Ensō

Io suono, non bene, ma suono.
Mi piace il “suono”, mi piace ascoltarne le sfumature, lo spessore, l’evoluzione, la nascita e la fine.
Anche per questo ho imparato, tanti anni fa, ad accordare il pianoforte, lo strumento che suono.
Male…

Negli anni ho imparato a creare i suoni, ad elaborarli, a scriver musica e a registrarla. cercando sempre, nei miei evidenti limiti, d’aver cura del “suono”.

Ogni tanto faccio il “fonico abusivo”, nel senso che non sono un fonico, non mi considero un fonico, ma lo faccio.
Per soldi, ovviamente. Per soldi son capace di tutto, anche di lavorare.
Figuriamoci lavorare con il “suono”.

E stasera, come altre volte, m’è capitato di ricevere i complimenti di chi stava sul palco, ma anche dallo scarso pubblico, per il “suono” che hanno ascoltato.
Un bravo attore che leggeva poesie e un’arpista di talento che l’accompagnava.
Attrezzatura da battaglia, come sempre, microfoni scadenti, difficoltà a tenere a bada il rumore di fondo dell’impianto.

Non sono un fonico, ma so ascoltare.
Ho ascoltato l’attore e l’arpista, il loro “suono”, e li ho amplificati un po’…

Ho cercato di sentire lo stesso suono ache giù dal palco. Con qualche cautela e un po’ d’attenzione non è difficile, secondo me.
E infatti ci sono riuscito, proprio perché non è difficile, se si ascolta.

E invece erano tutti stupiti: mai avuto questo “suono”!

Possibile che quello che io considero il livello minimo stia diventando un’eccezione?

Nel Buddhismo Zen disegnare l’Ensō è una pratica spirituale molto importante, non solo per quello che simboleggia.
anche se è solo un cerchio…

Ensō

Ensō


Lascia un commento